24, 27 novembre e 1 dicembre filosofia contemplativa on line
L'”altro” è per me una minaccia e un mistero; di fronte all'”altro” provo paura ma anche fascino. L'”altro” è solo ciò che ho di fronte (una persona, un oggetto, …) o c’è un “altro” anche dentro di me? Posso servirmi dell'”altro” o posso entrare in relazione con lui. Ma qual è la condizione affinché io possa instaurare una relazione autentica con l'”altro”? E nel momento in cui la relazione è instaurata, cosa cambia in me?
Svilupperemo la riflessione filosofica sull'”altro” con una pratica filosofica particolare, quella della contemplazione. In genere riduciamo il nostro pensiero ad alcune sue importanti funzioni (razionale, critico, analitico, sintetico, comparativo) trascurandone altre. Ma si può pensare non solo per analizzare, dividere, confrontare, sintetizzare … si può pensare anche per contemplare. Si tratta di un pensiero che sentiamo nascere da una dimensione più “profonda”, non ancora abitato dalle differenze, dalle separazioni, dalle contraddizioni; è il pensiero che abita lo spazio di tutte le possibilità prima di una realizzazione; è un pensiero che sperimenta il senso della totalità. Un pensiero che non nasce da un ragionamento, ma da una intuizione profonda. Che si esprime con immagini o con parole che non sono usate, ma abitate. Questo pensiero contemplativo favorisce una dimensione di ascolto contribuendo ad attivare quei ricettori più profondi della comprensione; ci consente di avere delle intuizioni così profonde da diventare potenti fattori di trasformazione della vita; ci aiuta ad avvicinarci a quella verità non più concepita secondo il modello della corrispondenza, ma dello svelamento.
Ci aiuteranno in questa pratica i testi di alcuni filosofi contemporanei: Ortega y Gasset che ci indurrà a riflettere sul senso di pericolo provocato dalla presenza dell'”altro”; Martin Buber sulla necessità che una relazione autentica non sia oggettivante nei confronti dell'”altro”; Emmanuel Levinas sul ruolo del volto dell'”altro” nell’incontro.
” … dove c’è Tu, non c’è qualcosa. Tu non ha confini. Chiunque dica Tu non ha qualcosa. Non ha niente. Ma è in relazione.” (Buber, Io e Tu)
Informazioni utili
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