Tratturo L’Aquila-Foggia: da San Severo-località Torre Gramigna (gps 41.71633, 15.32787) a San Severo-chiesa dell’Oliveto (gps 41.64602, 15.42357)
Lunghezza del percorso km 14,5; guadagno/perdita in elevazione 109 / – 114 metri
Con la Puglia in zona arancione, non posso superare nei miei movimenti i limiti territoriali del mio comune di residenza. Colgo l’occasione per riprendere vecchi progetti di ricognizioni del proprio territorio sempre messi da parte per andare a camminare in mete più distanti.
Da alcuni anni mi ripromettevo di individuare un percorso pedonale che ricalcasse il tracciato dell’antico tratturo L’Aquila-Foggia nel circondario di San Severo: in effetti la campagna di San Severo era attraversata dal Tratturo Magno, il L’Aquila-Foggia di oltre 240 chilometri. Il suo tracciato ancora visibile nelle carte IGM – elaborate alla fine degli anni ’50 del secolo scorso -, oggi è stato cancellato dalla SS 16 (la cosiddetta tangenziale che la sensibilità e lungimiranza degli amministratori del passato ha pensato di costruire proprio sul percorso tratturale eliminandolo per sempre dallo spazio e dalla memoria!).
Immaginare questa autostrada dell’epoca, erbosa, larga un centinaio di metri e percorsa solo da uomini e greggi nella bellezza della nostra campagna alimenta quella nostalgia del bello che tutti dovremmo essere in grado di provare. Una nostalgia che, purtroppo, si trasforma in rabbia quando vedi che lo spazio tratturale è occupato da decine di sfasciacarrozze, da edifici in stato di abbandono, dagli immancabili rifiuti gettati ai bordi della strada.
Eppure nonostante le brutture provocate dall’ossequio alla velocità, al consumo, al profitto, il bello riesce a far capolino con quel che resta di edifici – come il casino Giuliani, casa Bruno – di tempi in cui la campagna era abitata e curata. Ci sono pezzi di paesaggi non ancora raggiunti dalla voracità moderna che testimoniano la grazia e la gentilezza di un tempo come quei pini maestosi lungo il viale di ingresso di una casella o i viali alberati piantati lì solo per il gusto del bello.
Sono riuscito a tracciare un cammino attraverso questi residui di bellezza che ricalca per quanto è possibile i 15 chilometri del Tratturo Magno che circuiva San Severo. Il passato non può tornare (e probabilmente neanche vogliamo che torni se si pensa di quanta sofferenza di contadini sanseveresi è impregnata la nostra campagna), ma il bello che era lo dobbiamo far rivivere. E possiamo farlo rivivere guardando al passato. Nietzsche, nelle sue Considerazioni inattuali, sosteneva che la storia e nello specifico la cura delle proprie origini, il desiderio di conservare e tutelare ciò che resta del passato, serve a rafforzare una identità ed un attaccamento al proprio territorio. Dobbiamo tornare ad abitare la nostra campagna. Un percorso pedonale lungo il Tratturo potrebbe essere l’occasione per vivere e far rivivere la campagna. E sono convinto che quando la campagna è presidiata anche i rifiuti che la deturpano diminuiranno.