2 luglio meditazione filosofica sull’infinitamente grande
Guardare le stelle, individuare le costellazioni, riassaporarne i miti tramandati dagli antichi, in una notte d’estate da una piccola altura come quella di Fiorentino, luogo della morte del grande imperatore Federico II, è sempre un’esperienza magica.
Il grande filosofo Kant scriveva che osservare il cielo stellato è un’esperienza che sempre ci riempie di “ammirazione e riverenza” probabilmente perché di fronte all’infinitamente grande dell’universo avvertiamo la sproporzione sentendoci non più grandi di un piccolo atomo la cui comparsa non è che un istante nell’infinità dello spazio e nell’eternità del tempo.
Anche il pensiero delle nostre ombre, della fragilità e fugacità dell’esistere, con cui normalmente abbiamo a che fare, all’interno degli spazi e tempi infiniti dell’universo, acquisiscono un senso diverso.
Eppure queste considerazioni più che abbatterci, dovrebbero predisporci a una modalità diversa del vivere, andando oltre l’apparire, la superficialità e banalità delle parole, l’inseguimento delle mode passeggere, per interrogarci sul senso di sé e del mondo in cui viviamo. Una vita più attenta all’ascolto, al dubbio, alla ricerca.
La realizzazione di una vita più autentica che mostri la consapevolezza del mistero che siamo perchè abbiamo la libertà e la capacità di emanciparci dall’animalità grazie all’amore.
“ Vedo da ogni parte solo infinità che mi racchiudono come un atomo e come un’ombra che dura solo un istante senza ritorno.” (Pascal, Pensieri)
“Due cose riempiono l’animo di ammirazione e di reverenza sempre nuove e crescenti, quanto più spesso e più a lungo il pensiero vi si ferma su: il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me.” (Kant, Critica della Ragion Pratica)
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Cosa portare: una torcia (va bene anche quella del cellulare); una stuoia o una piccola sedia portatile per seguire comodamente l’attività; una felpa leggera (potrebbe far fresco)
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Il sollievo, e non più lo spavento, di ricordarsi ancora una volta di essere infinitesimali e al contempo unici e insostituibili: “l’infinito ha bisogno di te e tu nemmeno sai perché”.
Restituisce il respiro. O forse ti ricorda che stai respirando.
Davanti a tanta meraviglia, è impossibile non credere che ci sia sempre altra vita, in altri “dove”.
La leggerezza dell’essere tutt’uno con quello che mi circonda … sdraiata a guardare le stelle, miliardi di stelle, ognuna che raccontava insieme all’altra una storia.
Stupore, silenzio, pace interiore, sentirmi parte dell’immenso con la percezione di aver lasciato il mondo. Tutto ciò per un cielo stellato e per il percorso guidato che hanno fatto emergere la semplicità e i sentimenti smarriti da un’adolescente
In un mondo dove i valori vacillano, le certezze sempre in bilico occorre ricercare la bussola della nostra esistenza scendendo negli abissi dell’anima e alimentare la nostra forza interiore. Ecco questo la si può raggiungere con la meditazione. Si crea un filo diretto con il nostro Creatore x aver generato tanta bellezza. Si pone in stand-by le agitazioni dubbi paure e si inizia a contemplare e a raggiungere uno stato di benessere totale e di pace interiore
IL CIELO STELLATO SOPRA DI ME: La prima immagine che si è formata nella mia mente è stata quella di me come un gradino facente parte di una enorme scala… una scala che porta dall’infinitamente grande all’ infinitamente piccolo…soltanto un gradino…
E così, dopo una tranquilla passeggiata in collina, arrivo a “vedere grande” …i confini più lontani dell’universo e …a “sentirmi piccolo” … un piccolo gradino di un immenso mondo.
Una visione affascinante… una delle tante infinite possibilità di osservare la realtà che mi circonda.
Un affascinante viaggio percorso nel silenzio… accompagnato dalla luce delle stelle, nella scoperta di ciò che sono ( essere infinitamente piccolo)…e di ciò di cui faccio parte ( un universo infinitamente grande).
Io, questa sera… particella di qualcosa che mi contiene …per un attimo distaccata dalla mia dimensione e tuffata nell’immensità …
Il tempo. La sua relatività. La sua esattezza. Di poi. Il dubbio che sia proporzionale alla dimensione dell’essere. E ancora. Lo spazio e il solito dubbio sulla sua relatività. Infine la vita. Quella di ogni essere che respira. E il perché vale rischiare. In fondo cosa si ha da perdere al cospetto dell’infinito? Tutto questo stanotte, in un’ora di “me stessa”. E, poi, una voce, e racconti, e riflessioni a corroborare certe mie certezze. Emozioni, sensazioni, profumi contatto, quello reale. Solo questo conta davvero. Solo questo rimane a noi ed è solo nostro.
Ieri sera per la terza volta ho partecipato a questa esperienza meditativa a Castel Fiorentino, che dire…. ritornarci è sempre un piacere!
La contemplazione del paesaggio notturno, in un contesto archeologico, ricco di storia, di grandi uomini del passato, della volta celeste che si estende all’infinito, dei versi degli Occhioni udibili in lontananza uniti alla meditazione filosofica e musicale di un carismatico Michele De Pasquale, rendono la serata magica e indimenticabile!
Tutto ciò che abbiamo vissuto ieri sera, ci misura con l’infinitamente grande, evidenziando quando siamo infinitamente piccoli nell’universo. Il tempo non è importante nell’universo, ma lo è per noi, che non lo viviamo con consapevolezza e giusta visione.
Eros e Logos: sdraiati a contemplare la bellezza infinitamente grande, desiderio di completezza, d’interazione con gli altri rimanendo nella propria unicità. Grazie e a riveder le stelle!
Complici la dolce musica, il maestoso panorama e le sapienti parole del professore…questa serata è stata spunto per riflettere.
Effettivamente, ammirando l’immensità del cielo e dei corpi celesti che lo costituiscono, compresa la terra, viene da pensare che siamo così piccoli da poter essere paragonati al nulla. Ma in realtà io quella sera ho avvertito un forte senso di appartenenza. L’universo è costituito da tanti piccoli atomi e tante energie, e sapere che i miei atomi, le mie cellule, la mia energia fanno parte di quell’immensità così maestosa… mi ha emozionata. Ci dimentichiamo troppo spesso di appartenere all’universo, alla natura, di esserne influenzati e al tempo stesso di influenzarli ed esperienze come queste sono importanti perché ci riconnettono con la nostra essenza, con l’essenziale.
” Il cielo stellato sopra di me e dentro di me”.