Via Francigena-Micaelica: da San Severo (41.68618, 15.38012) a Stignano (41.71928, 15.57982)
Lunghezza del percorso km 21,5; guadagno/perdita in elevazione 555 / – 300 metri; quota massima: 299 metri, quota minima 11 metri.
12 settembre. In genere stabiliamo un contatto col mondo utilizzando una modalità di conoscenza che mutuiamo da quella scientifica: un soggetto conoscente che si trova di fronte un oggetto ignoto con l’intento di definirlo e renderlo controllabile. Pretendiamo che il risultato della nostra conoscenza sia condiviso da tutti perché riteniamo di non essere semplicemente un singolo che conosce, ma una sorta di intersoggettività intellettuale. Il che, appunto, giustifica la pretesa dell’universalità del risultato.
Ma questo modo abituale con cui ci approcciamo alla realtà ci permette di cogliere l’essere? Probabilmente no, a meno che non si voglia irrigidire l’essere in un ente definibile e controllabile.
Se vogliamo rispettare l’inafferrabilità e il nascondimento dell’essere, la razionalità “scientifica” risulta inadeguata; probabilmente occorre una razionalità “alogica”, una fede, grazie alla quale l’essere non è semplicemente assunto come un oggetto da analizzare, definire, controllare, ma come qualcosa che rinvia ad un’ulteriorità.
Questa fede è filosofica perché ama (phìlei), si protende verso la sapienza (sophìa), senza mai possederla. Si sottrae alla volontà di afferrare e definire, accetta l’oscurità, è capace di cogliere la presenza nell’assenza. L’essere non viene solidificato isolandolo nell’immanenza o separandolo in una trascendenza oltremondana, ma mantiene quella polarità per cui il suo spazio è quello della trascendenza immanente.
Proprio perché sfugge ad ogni definizione che pretende di chiarire ed esaurire tutti i sensi della realtà, la fede filosofica è problematica. Ma è anche rischiosa perché non cedendo alla sicurezza della solidificazione, rimane aperta ad ogni prospettiva e quindi anche all’insuccesso.
Essa si distingue dalla fede religiosa che separa immanenza dalla trascendenza e pretende di trattare con le logiche del sapere scientifico, finalizzate alla definizione di verità universali, contenuti ricadenti nel lontano orizzonte di una trascendenza oltremondana. La fede filosofica, invece, è consapevole della debolezza della sua verità perché non ha il carattere di universalità che potrebbe avere solo una verità scientifica.
La fede filosofica essendo consapevole della singolarità e non universalità delle sue verità, non assolutizza la propria posizione, mantenendo, così, l’apertura del dialogo. Di conseguenza le sue verità non sono escludenti come avviene nella lotta, ma includenti come è nella comunicazione.
(precedente – essere 4 – continua)
Usciti da San Severo, dalla statale per San Marco in Lamis, si imbocca a destra la strada comunale Demanio-San Ricciardo che si percorre sino al ponte dell’autostrada. Subito dopo averlo oltrepassato, si prende un tratturello a sinistra che procede nella zona Demanio giungendo alla masseria San Matteo. Si continua su tratturelli e dopo aver oltrepassato il ponte sul Candelaro si sbocca sulla SP28 (strada pedegarganica). La si percorre verso sinistra; si passa alle spalle della stazione abbandonata di San Marco avvicinandosi alle pendici di monte Castello; in prossimità di masseria Centola si cammina verso sud-est seguendo il fondovalle. Continuando sul sentiero si arriva al Convento di Stignano.