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legittima violenza
4 Aprile 2023

ripudio della guerra

25 e 26 febbraio marcia nonviolenta di denuncia e speranza

E’ ormai trascorso un anno dall’inizio di una guerra che sta insanguinando l’Europa. Una guerra alimentata anche dall’Italia che fornisce armi ad uno dei contendenti in spregio alla nostra Costituzione.

“L’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali ” è scritto nell’art. 11 della Costituzione Italiana, ed invece il nostro Paese sta continuando ad inviare armi all’Ucraina senza impegnarsi adeguatamente per promuovere un negoziato che ponga fine al conflitto.

E’ sconcertante che si levino così poche voci critiche nei riguardi di questo tradimento della Costituzione; anzi, esso viene addirittura giustificato da molti in nome dell’obbedienza a vincoli di appartenenza ad alleanze militari sovranazionali.

La Costituzione rimane la legge fondativa e, quindi, massimo riferimento della nostra Repubblica e, pertanto, è ai suoi principi che devono uniformarsi tutti gli altri obblighi derivanti da eventuali trattati internazionali.

Al cittadino, riconosciuto “sovrano” dall’art. 1 della Costituzione, non resta che denunciare il tradimento dei principi costituzionali nella speranza di una ritrovata fedeltà al dettato della Carta Costituzionale.

Per questi motivi ho deciso di marciare, in questo primo anniversario di guerra, attraversando le nostre comunità, che costituiscono quel popolo a cui appartiene la sovranità fondata sulla Pace, come vuole la sua Costituzione.

La marcia è sempre stata uno degli strumenti usato dai nonviolenti per denunciare la violazione di diritti, per esercitare la disobbedienza civile, per rinsaldarsi nel proprio impegno nonviolento. La marcia è un’esperienza di esposizione: prima di tutto agli agenti atmosferici e alla fatica del camminare che ci fanno percepire la nostra debolezza e ci fanno condividere – seppur lontanamente – la sofferenza di chi sta subendo una guerra; una esposizione alla società perché camminare insieme rafforza lo spirito comune superando gli individualismi che alimentano i nostri egoismi; una esposizione a sé stessi perché ci consente di guardare nella nostra interiorità alla ricerca della essenza che ci rende umani.

Per chi vuole unirsi a me nella marcia di denuncia e speranza, il programma e i luoghi di incontro sono riportati sotto.

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.” (Costituzione Italiana, art. 11)

Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare” (Albert Einstein)

” 1) La resistenza civile è un’alternativa realistica e più efficace alla resistenza violenta nella maggior parte dei contesti. La resistenza civile non ha nulla a che fare con l’essere gentili o educati, ma fa riferimento alla resistenza radicata nell’azione comunitaria. Significa ribellarsi e costruire alternative nuove attraverso l’utilizzo di metodi che siano più inclusivi ed efficaci della violenza; 2) La resistenza civile non agisce toccando il cuore dell’avversario, ma generando defezioni nella base di supporto del suo potere; 3) La resistenza civile implica molto di più della semplice protesta, include metodi di non cooperazione, come gli scioperi, e la creazione di nuove realtà, come le organizzazioni di mutuo soccorso o sistemi economici e gruppi politici alternativi, permettendo alla gente di sperimentare una vita diversa sotto un nuovo sistema; 4) Nel corso degli ultimi cento anni la resistenza civile si è dimostrata molto più efficace rispetto alla resistenza armata, sia nell’introdurre importanti cambiamenti nel tessuto sociale sia nel promuovere il processo di democratizzazione, e lo ha fatto senza causare nel frattempo crisi umanitarie a lungo termine; 5) Anche se la resistenza nonviolenta non ha sempre successo, funziona molto meglio di quanto i suoi detrattori vogliano farvi credere”. (Erica Chenoweth)

  • Quando: 25 e 26 febbraio 2023
  • Contatti per partecipare: con messaggio whatsapp

Programma

  • SABATO 25 FEBBRAIO ORE 15 partenza da San Severo (appuntamento all’ingresso del Palasport “Falcone e Borsellino”); arrivo a Torremaggiore dopo circa 3 ore di cammino ed incontro alle 18,00 presso oratorio San Sabino in Via Carducci s.n.c.

  • DOMENICA 26 FEBBRAIO ORE 8,45 ritrovo a Torremaggiore presso il Castello ducale;  arrivo a San Paolo Civitate dopo circa 3 ore di cammino ed incontro alle 11,30 nella Canonica San Giovanni Battista;  ORE 13,00 si prosegue la marcia alla volta di San Severo dove si arriva dopo circa 4 ore di cammino.

Avvertenza

Si può decidere anche di fare solo piccoli tratti del percorso

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