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18 Giugno 2023
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18 Giugno 2023

identità e maschera

Sentiero Italia: da Colli al Volturno (41.59895, 14.10403) a Isernia (41.59206, 14.22828)

Lunghezza del percorso km 19,5; guadagno/perdita in elevazione +498/ -551 metri; quota massima 651 metri, quota minima 271 metri.

Pernotto e cena: B&B Il Palazzotto (347 684 2980); risorante O Pizzaiolo (0865 412776)

Centri attraversati: Castello, Fornelli

11 giugno. In un cammino siamo soli col nostro zaino, attraversiamo luoghi che non sono familiari, non ci conoscono le persone che incontriamo, non abbiamo le comodità e sicurezze della vita sedentaria. Siamo, perciò, più fragili ed esposti alla crisi che etimologicamente significa brusca rottura nella continuità di un’esperienza. Cosa viene messo in crisi? La nostra esistenza. In che modo? Con i dubbi che investono quel nucleo portante del nostro io che definiamo “identità”.

L’identità è la fotografia della nostra interiorità, è il complesso di tratti che definisce la nostra individualità. Una fotografia dinamica che si perfeziona man mano che procede la nostra conoscenza interiore. E’ un elemento di stabilità indispensabile per vivere bene; essa dovrebbe, poi, manifestarsi all’esterno con l’immagine con cui ci presentiamo al mondo. Ma la definizione di questa immagine è influenzata dalla condizione sociale ed economica, dall’educazione ricevuta, dalla professione esercitata, dalla cultura acquisita. Pertanto essa – essendo il risultato di un compromesso con i vari  vincoli  – diventa la maschera con cui ci presentiamo al mondo. Il termine “maschera” non è una connotazione negativa perché, se vogliamo interagire col mondo, dobbiamo necessariamente tradurre la nostra identità.

Il problema si pone quando noi crediamo che la maschera coincida con la identità, quando perdiamo la consapevolezza della distinzione tra le due cose. Se l’identità esprime “ciò che sono” e la maschera va nella direzione di “ciò che gli altri vogliono che io sia”, è facile confondere l’identità con ciò che gli altri hanno deciso che io sia. L’identità viene a coincidere con il ruolo e la funzione che la società mi assegna. Risulta problematico anche, pur essendoci la consapevolezza della distinzione tra identità e maschera, il fatto che quest’ultima abbia tradito talmente il punto di partenza da essere qualcosa di completamente distante dalla mia vera identità.

Più sono forti i vincoli – gli obblighi che la mia maschera comporta, le azioni richieste dalle aspettative sociali, la rigidità della funzione assegnatami, … – più è difficile che si insinui quel senso critico che mi permette di distinguere tra identità e maschera. Nel cammino, dove i vincoli si allentano, è più probabile che subentri la crisi: l’immagine con cui mi presento al mondo quanto è distante dal mio essere profondo ed autentico? Essa intende essere espressione della mia vera interiorità o è una totale concessione alle esigenze dell’apparato tecnico-economico per ridurmi ad un ingranaggio del suo buon funzionamento?

La crisi, dolorosa e benedetta, mi porta a comprendere che la maschera non coincide con la mia identità, e se una maschera devo avere, non deve mai tradire la mia identità perché ne va di mezzo la  mia felicità. Infatti per vivere una vita piena abbiamo bisogno di “diventare quello che siamo” – come affermava Nietzsche – ; il malessere dipende dal diventare quello che gli altri – o forse sarebbe meglio dire l’apparato tecnico-economico – vogliono che io sia.

(precedente – camminare 3 – continua)

Da Colli al Volturno si sale su strada asfaltata fino a raggiungere una dorsale in piano con vista sulle Mainarde e la Valle del Volturno che si percorre in direzione di Fornelli. Attraversato il suo borgo medievale, si continua a scendere verso il fiume Vandra che si costeggia per vari km su strada asfaltata fino ad arrivare alla sua confluenza col fiume Cavaliere. Costeggiando quest’ultimo sempre su asfaltata si giunge ad Isernia.

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