una spiritualità laica?
1 Dicembre 2023
liturgia laica cosmica
13 Dicembre 2023

spiritualità in pratica

13 dicembre dialogo online alla ricerca di una spiritualità laica

Le religioni teistiche privilegiando i poli di Dio (teocentrismo) e dell’Uomo (antropocentrismo) hanno trattato la Natura come oggetto utilizzabile. Non più ventre dal quale siamo usciti, madre nutrice e casa a cui facciamo ritorno, ma luogo spogliato del suo carattere divino e ridotto alla categoria di semplice materia a disposizione dell’uomo.

Nel corso degli ultimi secoli abbiamo assistito non solo all’uso ma all’abuso sulla Natura. In particolare il modello impostosi con la Rivoluzione Industriale del XIX secolo fondato sul connubio tra ferro e carbone sostenuto materialmente dall’accelerazione tecnica ed idealmente dal mito della infinitezza delle risorse, ha portato alle estreme conseguenze lo sfruttamento della Natura.

Questo modello, oggi detto neoliberismo, ha rafforzato la logica capitalistica ponendo la centralità del profitto e del mercato: non a caso il suo indicatore di “benessere” è il PIL (prodotto interno lordo); è un modello che per funzionare ha bisogno di un consumismo senza limiti; é un modello che favorendo un iper-individualismo e producendo forti disuguaglianze, ha scarsa attenzione ai beni comuni e alle relazioni tra le persone.

Quelli che seguono sono solo alcuni esempi degli effetti allarmanti prodotti dall’adozione di tale modello.

Il sistema alimentare è diventato il maggior responsabile dello sconquasso ambientale se incide per il 34%: si produce cibo per 12 miliardi di esseri umani anche se sulla Terra ne siamo 8 miliardi, gettando nei rifiuti il 33% del cibo prodotto per mantenerne bassi i prezzi; consumiamo il 70% dell’acqua a disposizione solo per le coltivazioni e l’allevamento.

Entro fine secolo la temperatura crescerà di 6-7 gradi e ciò produrrà evidenti cambiamenti climatici oltre ad una sempre minore disponibilità di acqua (si stima del 20% nel 2040). I processi migratori si accentueranno a causa della combinazione tra processo di desertificazione e aumento della natalità nei paesi africani. Si stima in 150 milioni i migranti solo dall’Africa entro il 2050.

L’eccessivo consumismo sta producendo enormi quantità di plastica: si pensa che nel 2050, se si mantengono i ritmi attuali, la quantità di plastica nei mari supererà quella dei pesci. Già oggi la plastica è entrata nel circuito alimentare: ogni settimana ne ingeriamo l’equivalente di una carta di credito.

Una nuova spiritualità, laica, centrata sulla Natura richiede necessariamente la trasformazione del nostro stile di vita, del nostro modo di mangiare, di produrre, di viaggiare, di avere relazioni. La nuova spiritualità richiede una transizione ecologica che abbia come punti fermi: la sovranità alimentare, la tutela dell’agrodiversità, i processi di decentramento (energetici, finanziari, …), la tutela dei beni comuni garantendone l’accesso universale, riconoscimento di un maggiore potere alla società civile.

L’attivazione virtuosa di questo processo dovrebbe sfociare nell’instaurazione di un nuovo modello economico libero dalla schiavitù della ricerca del profitto ad ogni costo e concentrato sui bisogni da cui dovrebbe nascere l’impulso a produrre, al contrario di quello che accade oggi dove “si consuma per produrre” al posto di “produrre per consumare”. Un nuovo modello economico centrato sulla dimensione locale ed attento ai soggetti reali, condizioni per salvaguardare la biodiversità e le piccole comunità. Un modello fondato sul protagonismo dei soggetti, sulla sovranità alimentare, sulla liberazione del tempo per attività non costrittive, sulla sovranità monetaria, sulla liberazione dalla schiavitù individualistica della rete, …

(spiritualità 5 – continua)

“Ecco comparire all’orizzonte l’homo comunitarius, una concezione dell’umanità diversa, orientata alla solidarietà e non alla competizione. Essa prevede che siano i più fragili a dettare il ritmo di marcia e non i più ricchi, che le relazioni siano al centro dell’esistenza, che i beni essenziali siano garantiti a tutti e gestiti come beni comuni. In questo quadro i beni comuni e beni relazionali sono i cardini di una nuova struttura organizzativa e di potere, che mette fine allo strozzinaggio dei mercati finanziari. Mattersi su questo cammino si può. Non è una chimera, certo bisogna accelerare e cambiare anche il modello di narrazione, ma si può e si deve”. (Carlo Petrini)

  • Quando: 13 dicembre 2023
  • Tipologia di pratica filosofica: dialogo
  • Modalità di prenotazione: con messaggio whatsapp,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.