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sorprese del sud

Cammino Basiliano: da Acri (39.49161, 16.38485) a contrada Muzzo (39.41043, 16.43730)

Lunghezza del percorso km 18,7; guadagno/perdita in elevazione +990/ -490 metri; quota massima 1.228 metri, quota minima 367 metri.

Pernotto e cena: Agriturismo Antica Pietra (333 952 8730).

21 ottobre

(M.) Sorprendente quello che è accaduto stamattina. Li ho contati: su un tratto di 10 km, quando salivamo sulla Sila, ci hanno fermato una quindicina di persone. Che fate? Dove andate? Vi serve qualcosa? Vi aspetto un km più avanti a casa mia per un caffè.

(A.) Vero. Ho colto la gentilezza, la disponibilità, la generosità, il forte senso dell’ospitalità dei calabresi.

(R.) Camminare al Sud ci cura dai pregiudizi – spesso dei luoghi comuni – che noi del Nord abbiamo nei riguardi dei meridionali.

(M.) In che senso?

(R.) Camminando incontri e conosci persone vere che ti trasmettono quel modo tranquillo di affrontare la vita che noi nevrotici del Nord abbiamo perso.

(A.) E poi è bello immedesimarsi nella storia, nella cultura dei posti che attraversi cogliendone la ricchezza dei luoghi. Eh sì, è proprio una liberazione da quei giudizi semplicistici che ci portiamo dietro.

(M.) I miei cammini, fatti tutti nell’Italia del Sud, nell’Italia dei piccoli borghi fuori dai soliti itinerari turistici, mi hanno dato l’opportunità di incontrare l’umanità migliore. Mi sono convinto che per ritrovare il senso di appartenenza a questo Paese e per scoprirne lo spirito autentico – ritrovare un’umanità che stiamo perdendo – sia indispensabile frequentare quest’Italia nascosta, abbandonata, silenziosa

(A.) I frequenti dialoghi intrattenuti con chi incontravamo avevano sempre il tratto comune dell’emigrazione: quasi tutti sono dovuti partire per avere dei periodi più o meno lunghi di lavoro al Nord. E qual è la regione dove la quasi totalità si è diretta per lavorare? Il nostro Veneto, da cui proveniamo!

(R.) L’aspetto triste è questo: essere costretti ad abbandonare gli affetti familiari ed una terra naturalisticamente così bella perché non c’è lavoro, a causa, spesso, di una classe politica negligente ed insipiente. Ricordate cosa ci confessava quell’ex chirurgo incontrato ieri sul cammino? Stanno chiudendo ospedali di centri anche molto popolati, non assumono nuovo personale (quasi tutti i giovani che hanno studiato sono costretti ad andar fuori) … e se qualcuno ha un infarto deve farsi un’ora di ambulanza per raggiungere l’ospedale più vicino!

(M.) Sì, quello della negligenza politica e della corruzione amministrativa è stato un tema ricorrente nei dialoghi che abbiamo avuto, un neo nella bellezza della gente e dei luoghi di questa regione. Comunque al di là di questa negatività, rimane l’umanità migliore che si incontra da queste parti. Come ex docente io proporrei nel curricolo scolastico dei viaggi d’istruzione obbligatori in quest’Italia dimenticata per connettere i nostri studenti con questa splendida natura, con queste storie che non devono essere dimenticate, con un modo d’essere umani che stiamo perdendo.

(A.) Ed io aggiungerei che un’opportunità del genere potrebbe costituire una vera palestra di vita, nel senso di una educazione alla lentezza, alla profondità, alla qualità, alla intensità, al silenzio, alla resilienza.

(precedente – dal Pollino alla Sila 7 – continua)

Si esce da Acri per via Calatafimi che conduce alla vecchia strada La Mucone attraverso la quale si raggiunge il fondovalle. Si attraversa il Mucone su un antico ponticello e si risale il versante opposto fino a raggiungere un’asfaltata che porta a Serricella. Di qui seguendo le indicazioni per la Sila si cammina su asfaltate che attraversano varie contrade fino ad arrivare a contrada Muzzo dove è situato l’Agriturismo.

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