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l'attesa

4 dicembre camminata filosofica per pensare laicamente il Natale

Da tempo il mercato si è impadronito del Natale: già siamo infastiditi dalle pubblicità mielose a base di panettoni; le televisioni ci propinano gli zuccherosi film americani a base di buoni sentimenti, babbi natale e spreco di luminarie; tra qualche giorno, camminando per la città, avremo i timpani martellati dalle stantìe canzoni natalizie e saremo importunati da ceffi travestiti da babbi natale che ci inviteranno ad entrare nei negozi per comprare merci … E’ il “clima natalizio” che ci indurrà ad indossare – giusto il tempo della festa – la maschera dei buoni sentimenti

Le chiese, che rivendicano  la primogenitura della festa, con fatica cercano di dare una sterzata alla curvatura consumistica che il mercato le ha impresso riproponendo temi e figure della tradizione religiosa … ma con scarso successo.

E allora la vicenda del Natale deve giocarsi solo tra l’acchiappaconsumatori del mercato e la riproposizione di storie antiche propinateci dalle chiese? O è possibile approcciarsi con un pensiero laico ad una festa che, per quanto abbia una veste religiosa, è portatrice di significati che attengono alla profondità dell’esperienza umana?

E’ il tentativo che vorrei proporre con una camminata nel bellissimo bosco della Difesa di San Matteo. Con un piccolo gruppo svilupperemo una riflessione comunitaria. Dopo una mia breve introduzione, ogni partecipante, nel corso della camminata, offrirà il suo contributo. Questo contributo potrà assumere varie forme: lettura di un piccolissimo brano di un autore scelto dal partecipante sul tema, comunicazione di una riflessione personale, lettura di un testo scritto dal partecipante, … o una qualsiasi altra modalità a scelta. Ogni intervento del singolo partecipante sarà importante perché espressione di una storia, riflessione, esperienza personale. Dobbiamo superare la modalità insegnante/alunni dove la comunicazione è unidirezionale favorendo invece il dialogo tra persone alla pari dove si ascolta e si parla, dove non solo si riceve la parola ma la si dona anche agli altri. E’ questo il presupposto per creare una comunità filosofica.

Il tema

L’attesa è uno degli stati più singolari che un essere umano possa provare. Riusciremmo a vivere senza attendere qualcuno o qualcosa? La nostra vita si svolge nella continua attesa perché costitutivamente siamo aperti al futuro, vogliamo raggiungere delle mete. Ma cosa ci fa vivere? La meta che è stata raggiunta o il fatto che anche dopo rimaniamo continuamente in attesa?

Il tempo doloroso dell’attesa è il tempo che alimenta il desiderio, segno vitale della nostra instabilità. Fin tanto che coltiviamo la nostra instabilità, siamo vivi. Quindi l’attesa ci fa vivere. Quand’essa non c’è più c’è la quiete, la fine del desiderio, la morte.

La società frenetica sembra suggerirci l’inutilità e l’improduttività dell’attesa. Non si può perder tempo aspettando!  Ma l’attesa è una perdita di tempo o è un tempo qualitativamente diverso? Un tempo dell’assenza che ci mette nella condizione di poter vedere ciò che normalmente non vediamo?

“Attendere: la sola condizione / concessa all’uomo nell’impermanenza […] Meglio, forse, non approdare mai / all’isola bramata.” (S. Raffo, En attendant)

  • Posti disponibili: 15
  • Quando: 4 dicembre 2021
  • Tipologia di pratica filosofica: camminata filosofica
  • Quota di partecipazione: libero contributo
  • Termine per le prenotazioni: 3 dicembre 2021
  • Modalità di prenotazione: con messaggio whatsapp, messenger, mail

Programma

  • ore 9,00 ritrovo nel piazzale antistante il santuario di San Matteo
  • ore 9,15 – 12,15 camminata filosofica
  • ore 12,30 rientro.

Informazioni utili

Luogo di ritrovo: piazzale antistante il Santuario di San Matteo – c/o San Marco in Lamis (coordinate gps 41.709386, 15.658797).

Cosa portare: scarpe da trekking (in alternativa scarpe comode con una buona suola grippata), abbigliamento comodo per camminare, zaino, k-way, felpa.

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