identità e maschera
18 Giugno 2023
tempo lento
18 Giugno 2023

follia

Sentiero Italia: da Isernia (41.59206, 14.22828) a Castelpetroso (41.54997, 14.30990)

Lunghezza del percorso km 12,5; guadagno/perdita in elevazione +705 / – 353 metri; quota massima 847 metri, quota minima 433 metri.

Pernotto e cena: B&B del Santuario (0865 936110)

Centri attraversati: Pettoranello

12 giugno. Quando camminiamo da soli si pensa di esser soli, ma in realtà camminiamo sempre con un compagno che non ci lascia mai, noi stessi. E’ un’esperienza che frequentemente viene dichiarata da chi cammina in solitaria. “ Non sono mai meno solo di quando sono solo” (Hazlitt). O anche in quel bel passaggio del famoso libro di Thoreau – Walden, vita nei boschi –: “ Amo restare solo. Non trovai mai un compagno che fosse tanto buon compagno quanto la solitudine. Per la maggior parte, noi siamo più soli quando usciamo tra gli uomini che quando restiamo in camera nostra”.

Camminare da soli acuisce la percezione del proprio sé, di quella identità profonda che ci costituisce; una percezione vaga,  all’inizio, quando il soggetto-oggetto di conoscenza  è ancora uno sconosciuto, che però cresce con la familiarità della sua frequentazione fino a sentirlo un soggetto con cui stabilire una relazione. Ma anche un oggetto da conoscere continuamente considerata la vastità e complessità del suo essere, una conoscenza che stenta ad essere definitiva secondo il monito di Eraclito: “Per quanto tu cammini e percorra ogni strada, non potrai raggiungere i confini dell’anima, tanto è profondo il suo lògos“.  Una conoscenza progressiva, fino agli aspetti più misteriosi di sé, quando si impatta con la propria follia.

Infatti noi custodiamo un nucleo originario al cui cospetto non ammettiamo nessuno se non noi stessi; un fondo che mascheriamo adeguatamente affinché venga preservato dalla conoscenza altrui. E’ il luogo della nostra animalità che non conosce vincoli etici o sociali; è lo spazio della nostra naturalità prima ancora che la cultura lo addomesticasse. E’ quella dimensione del puro desiderio alla ricerca del piacere estremo che emerge nei nostri sogni; è il regno della confusione dove le leggi della ragione non governano. E’ il terrificante dell’esperienza del sacro. E’ Dioniso che Apollo tiene a freno.

L’immensità dell’universo interiore supera i confini del proprio io per fondersi con quello degli spazi esteriori che percorriamo. L’esperienza dello spaesamento fatta al cospetto della profondità ed immensità del nostro mondo interiore, continua con questo allargamento di confini. Nella camminata solitaria si ha la sensazione di fondersi nello spazio, sembra quasi che i luoghi che attraversiamo abbiano un’anima e siano un prolungamento del proprio sé. Scompare ogni frattura: non si è più davanti ad un paesaggio, ma si è confusi in esso. Salta la distinzione interiore/esteriore e sentiamo di essere avvolti in un Tutto cosmico. Riecheggia il motto spinoziano: Deus sive Natura.

(precedente – camminare 4 – continua)

Usciti da Isernia ci si dirige verso il cimitero; aggiratone il perimetro, si procede verso la ferrovia e subito dopo averne attraversato i binari, si imbocca a sinistra un sentiero che sale nel bosco. Ad un certo punto il sentiero non è più chiaro perché infestato da piante e pertanto l’unico ausilio è la traccia gps. Arrivando in prossimità di una recinzione di proprietà, il sentiero diventa più evidente e dopo poco sbuca su una sterrata che si segue verso sinistra. Si cammina per un paio di km su sentieri in spazi aperti che conducono ad una strada asfaltata diretta a Pettoranello. Si raggiunge ed attraversa il piccolo centro e prima di arrivare alla statale 17, si intercetta il sentiero che conduce verso il santuario di Castelpetroso.

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