Sentiero Italia: da Castelpetroso (41.54997, 14.30990) a Roccamandolfi (41.49597, 14.35181)
Lunghezza del percorso km 13,5; guadagno/perdita in elevazione +736/ -716 metri; quota massima 1.274 metri, quota minima 785 metri.
13 giugno. Nel cammino facciamo una diversa esperienza del tempo. Non più il tempo scandito dalle cose da fare, un recipiente all’interno del quale farci entrare appuntamenti e impegni della giornata; un tempo frenetico e ansiogeno; un tempo che – pensando alle espressioni che utilizziamo: “ho poco tempo”, “non fare in tempo”, “non mi basta il tempo” – rubrichiamo nella categoria dell’avere.
Quando si è in cammino ci muoviamo nel tempo e non tentiamo di possederlo. I nostri passi non seguono il diktat dell’orologio, ma si piegano alla bellezza di un paesaggio o all’indugiare dei pensieri; godiamo nel tuffarci tra i ricordi del passato o nell’osservazione di particolari a cui la fretta ci ha sempre sottratti. Il tempo non è più un oggetto da stiracchiare, diventa, invece, una dimensione interiore all’interno della quale muoversi.
Il cammino per sua natura è lento (ci mettiamo una giornata per fare un tratto che con l’auto è di mezzora). Quasi sempre è silenzioso: all’inizio è scioccante – per chi proviene dal caos delle città – attraversare luoghi dove il rumore è attenuato o addirittura assente. Il cammino può essere noioso quando la strada è monotona. Lentezza, silenzio, noia sono complici che ci introducono ad una diversa esperienza del tempo. Il tempo rallenta, non si avverte più lo scorrere frenetico. Addirittura in alcuni momenti potremmo sentirlo fermo. Non c’è più il divenire, la successione irrefrenabile. E’ come se fossimo sottratti allo scorrere del mondo; siamo sospesi in una dimensione che sa di eternità. “immagine mobile dell’eternità”, così Platone definiva il tempo.
La prospettiva di un tempo lento e soggettivo cambia il rapporto col mondo. Le parole d’ordine dominanti ispirate dalla velocità – competizione, profitto, efficienza – vengono derise. La loro figlia, l’ansia, viene raffreddata. Le relazioni diventano più importanti del possedere. I beni immateriali scavalcano quelli materiali. La volontà di potenza cede il passo al desiderio di ascolto. La meraviglia e lo stupore sostituiscono la voglia di saccheggio.
(precedente – camminare 5 (fine) – inizio)
Da Castelpetroso si prende il sentiero detto “Mater Dei” e si inizia subito a salire proseguendo in mezzo al bosco attraverso una comoda pista fino ad accumulare un dislivello di oltre 400 metri. Si aggira, quindi, il Monte Patalecchia sulla dorsale orientale godendo di una bella vista sui monti rocciosi in direzione di Roccamandolfi. Si continua sempre tra boschi e spazi aperti costeggiando il monte La Difenzola e si arriva al Colle di Mezzo che si aggira a mezza costa. Da qui si inizia a scendere per un sentiero molto infestato da piante fino ad incrociare una linea di asfalto che si percorre verso sinistra. Il fondo diventa nuovamente sterrato e soggetto a rivoli d’acqua; il sentiero, diventato uno stretto canale infestato da piante, sbuca vicino una abitazione di Roccamandolfi.